Lo spettacolo teatrale “Senti cara Nineta”

Lo spettacolo teatrale “Senti cara Nineta”

Lo spettacolo teatrale "Senti cara Nineta"La Corale polifonica di Lavis presenta lo spettacolo teatrale “Senti cara Nineta“, musiche e parole sul tema della Prima guerra mondiale.

Nel centesimo anniversario dello scoppio della Prima Guerra mondiale, la Corale Polifonica di Lavis propone questo concerto/recital ideato e prodotto a memoria del terribile conflitto e delle molte vittime che lo stesso ha provocato.

Il titolo “Senti cara Nineta” già introduce nello spirito di questo lavoro: ascoltare dagli stessi protagonisti la drammaticità e l’assurdità di quella che ci è stata tramandata come la “Grande Guerra”.
Gli amici della Filodrammatica Nicola Parrotta e della Filodrammatica Italo Varner di Lavis, che si sono lasciati coinvolgere in questo progetto, aiuteranno la Corale, attraverso la recita di poesie, la lettura di testimonianze e di pagine di diari, a comprendere meglio quelle particolari e strazianti realtà che attestano la quotidianità della guerra così come vissuta da soldati e familiari, senza alcun filtro o rielaborazione esterna.

Dal punto di vista musicale il progetto è basato sulla proposizione di alcuni canti riferibili all’epoca, per lo più del repertorio alpino; la maggior parte di essi viene presentata nella versione per coro polifonico e pianoforte rielaborata dal maestro Mauro Zuccante di Verona, che, attraverso l’articolazione delle voci e l’incisività ritmica, esalta l’impatto emotivo delle melodie tradizionali.
L’aver optato per i canti degli Alpini non vuole essere una scelta ideologica o di parte; essa suonerebbe infatti colpevolmente stonata rispetto alla storia del Trentino, allora facente parte dell’impero austro-ungarico, e soprattutto irrispettosa di fronte al tragico bilancio di vite umane che, anche stando alle stime più prudenziali, conta complessivamente più di 8 milioni di caduti.

Queste canzoni vogliono semplicemente essere uno strumento per commemorare il mestissimo anniversario: sono canti che, anche qui da noi, con il passare degli anni, per ragioni storiche e culturali, sono entrati nell’immaginario popolare evocativo di quegli avvenimenti bellici. Scritti per celebrare le gesta di una piccolissima parte dei combattenti, interpretano ed esprimono sentimenti e valori che oggi, con cuore sereno, possiamo ben dire siano appartenuti ai soldati di tutte le nazioni in guerra.

La morte, la fame, la sete, il freddo, la paura, la disperazione, la nostalgia, la rabbia sono proprie dell’essere umano senza distinzione di uniforme.
Quasi tutti quei soldati hanno fatto la guerra contro la loro volontà. I combattenti delle prime linee di ambo le parti, in stragrande maggioranza, appartenevano alle classi sociali più povere. Nessuno poteva immaginare i terribili orrori che avrebbe vissuto nella duplice veste di vittima e di carnefice, sanguinoso prezzo pagato per ideali e progetti che forse erano di altri. Ed a pagare il conto più gravoso fu proprio quella povera gente.
A tutti loro, qualunque sia stata la divisa, va oggi il nostro devoto ricordo ed il nostro sincero rispetto.

Pubblicato da Daiana Boller

Daiana Boller (Trento, 1981) si è laureata in storia locale con una tesi sul principe vescovo di Trento Alessandro di Masovia (1423-1444) ed è autrice del libro "Welschtirol".

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