An der Front – Sul fronte 1915 – 2015

An der Front – Sul fronte 1915 – 2015

 „An der Front 1915-2015“ - “Sul fronte 1915-2015” Ricordo degli  Standschützen tirolesi nella prima guerra mondiale„An der Front 1915-2015“ – “Sul fronte 1915-2015”
Ricordo degli Standschützen nella prima guerra mondiale

L’idea

Nel contesto del recupero della storia e della memoria che ne caratterizza le attività, fin dal 2013 tutte le 440 compagnie Schützen del territorio che fino al 1918 costituiva la Contea del Tirolo si sono occupate di ricostruire in quale settore del fronte tirolese avevano combattuto i loro parenti e compaesani nel corso degli anni 1915-1918.
Identificate le zone, ne sono nate delle aggregazioni di compagnie appartenenti ai diversi Bund (nord-tirolese, sud-tirolese e trentino-tirolese) che avevano come riferimento le stesse località.
Per omogeneità, sono state invitate a concentrarsi tutte sullo stesso obiettivo, da concretizzarsi nel corso del 2015: posizionare delle croci in ferro nei luoghi che maggiormente erano stati interessati dalla presenza e dal sacrificio degli Standschützen.
Nel 2015 quindi due sono gli eventi principali: la benedizione delle 74 croci, che si è tenuta a Bolzano, e il loro posizionamento, che si terrà nel mese di agosto.
A queste si accompagneranno le iniziative organizzate dalle singole compagnie per ricordare le varie ricorrenze legate al centenario.

La posa delle croci avverrà in contemporanea il 9 agosto 2015. Sempre in contemporanea, la sera precedente verranno accese delle luci lungo tutto il fronte meridionale e verrà scattata una foto da satellite.

Le croci sono state realizzate in metallo e con un’altezza di poco superiore al metro e mezzo. La scritta sulla targa commemorativa è in quattro lingue: tedesco, italiano, ladino ed inglese.

Il contesto

068055ed933d2e69cfeb9ff2d23bac50_LCon la dichiarazione di guerra del Regno d’Italia alla monarchia asburgica del 23 maggio 1915, la contea del Tirolo, che includeva l’attuale Tirolo austriaco, le attuali Provincie di Trento e Bolzano, l’Ampezzano e i comuni di Pedemonte, Magasa e Valvestino, si trovò ad essere direttamente interessata dai combattimenti.
La popolazione, com’è noto, era già stata interessata dallo scoppio del conflitto fin dal luglio 1914, essendo parte dell’impero austro-ungarico. Gli uomini sottoposti alla leva di massa, in particolare, erano stati inviati sul fronte orientale.
Con l’improvvisa decisione del Regno d’Italia di entrare nel conflitto e di farlo non a fianco dei precedenti alleati, ma sul fronte opposto, l’amministrazione asburgica si trovò nella necessità di dover approntare la difesa di un confine, non colta di sorpresa, ma certo in tempi molto più rapidi del previsto.
La popolazione civile dovette essere sgomberata, per garantirne la sicurezza, in fretta e furia, mentre le fortificazioni, costruite nell’arco dell’ultimo cinquantennio, dovevano essere rese operative e riempite di truppe.
In questo frangente fu indispensabile l’apporto degli Standschützen. Private degli uomini nel fiore degli anni, già inviati al fronte orientale, queste truppe furono composte da alcune migliaia di valorosi, che fino all’arrivo dei rinforzi difesero vittoriosamente la linea del fronte.

Il significato

„An der Front 1915-2015“ - “Sul fronte 1915-2015” Ricordo degli  Standschützen tirolesi nella prima guerra mondialeCos’è il progetto An der Front?

In una frase, è un progetto promosso dagli Schützen per ricordare gli Standschützen che cento anni fa difesero vittoriosamente, anche se invano, il fronte tirolese.

Ma questo progetto, come ogni progetto, è molto di più.
E’ un ponte tra passato e presente, proiettato verso il futuro. E’ anche un modo di ricordare chi a lungo venne dimenticato, risvegliando il confronto fra sensibilità diverse. Un confronto che in alcuni casi è stato recepito, più che come occasione di dialogo, come spunto per lo scontro a prescindere.
Forse si è peccato di scarsa comunicazione, forse si è data per scontata la comprensione di sentimenti, ricordi, emozioni che per troppo tempo sono stati soffocati e che oggi faticano a riemergere.

In ogni caso, una cosa è certa. Lo scopo di questo progetto non è creare delle nuove ferite, ma rimarginarle. Non dividere, ma unire. Non creare conflitto, ma pacificare. Pacificare lo spirito dei nostri padri, nonni e bisnonni, che ci chiedevano un ricordo, una memoria, un gesto collettivo di gratitudine per le sofferenze da loro patite cento anni fa.

Vogliamo onorare in particolare la memoria di chi si offrì come volontario per difendere il confine della propria patria, della propria Heimat, senza dimenticare naturalmente tutti coloro che vissero, come soldati, come civili, come profughi, quel dramma collettivo che fu la Prima guerra mondiale.

Lo facciamo come nipoti e pronipoti di quelle persone, come figli di questa terra, e lo facciamo come membri degli Schützen, una realtà che si occupa, come altre, di volontariato, beneficenza, solidarietà, ma che a differenza di altre ha prima di tutto un forte legame con la storia e la memoria del territorio, rivolgendo la sua attività non solo ai bisogni materiali, ma anche a quelli spirituali di chi in questo luogo vuole non solo abitare, ma vivere nel senso pieno del termine.
Questo sono, dunque, le settanta croci che verranno poste lungo il fronte, nei luoghi in cui erano schierati gli Standschützen. Nient’altro che un permanente invito al ricordo e alla preghiera per queste persone, che per anni soffrirono a causa della guerra.
Una guerra che li coinvolse loro malgrado, che subirono con coraggio e dignità, che cambiò per sempre le loro vite a causa di decisioni prese altrove, sulle quali non fu loro permesso di esprimere un’opinione.
Un monito al popolo tirolese per ricordare il coraggio dei loro padri, nonni e bisnonni: dei soldati, dei volontari, dei civili e delle donne che si mossero in prima persona per difendere i confini della propria terra.

Pubblicato da Daiana Boller

Daiana Boller (Trento, 1981) si è laureata in storia locale con una tesi sul principe vescovo di Trento Alessandro di Masovia (1423-1444) ed è autrice del libro "Welschtirol".

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