Il film “In fuga dalla guerra da Ledro alla Boemia”

Il film “In fuga dalla guerra da Ledro alla Boemia”

Il film “IN FUGA DALLA GUERRA da Ledro alla Boemia” in trenta minuti racconta una storia di cento anni fa che dura ancora oggi.

Il film “In fuga dalla guerra da Ledro alla Boemia”

Un viaggio a ritroso, dai segni del passato rimasti ancora oggi a quel che accadde allora. Le vicende di due profughi, il dramma di un’intera popolazione, la nascita di amicizie “centenarie”. 

Un documentario sulle tracce degli sfollati trentini realizzato dalla Struttura Programmi Rai di Trento diretta da Sergio Pezzola. Un lavoro cominciato durante un viaggio in Repubblica Ceca. Una fotocamera, un microfono, i giorni contati per raccogliere, di paese in paese, le testimonianze di chi aveva ospitato quelle persone costrette a lasciare in poche ore case, bestie, campi. Tutto è poi proseguito in Trentino, con i pochi testimoni ancora in vita di quelle vicende. Da un’idea di Elisa Dossi, con la regia di Stefano Uccia, l’evento che più di ogni altro ha cambiato la vicende della nostra regione e la vita di migliaia di persone.

Abbiamo scelto i fatti minuti di una piccola comunità, il cui orizzonte d’esistenza, da un giorno all’altro, è stato stravolto – spiegano Stefano e Elisa – per questo, la val di Ledro, che più di altre zone del Trentino si è impegnata a mantenere i contatti con le terre in cui finirono gli sfollati. Legami che sono durati nel tempo, al punto che ancora oggi nipoti e pronipoti dei protagonisti di quella storia si tengono in contatto”.

La Valle di Ledro infatti fu uno dei teatri di combattimento durante la Prima guerra mondiale e sull’argomento esistono molte pubblicazioni:

Nella mezz’ora di documentario, le peripezie di una generazione che dovette ricominciare daccapo due volte: prima, da profughi, lontani dalla propria terra, poi, al ritorno, dove la guerra aveva distrutto tutto.

Ma anche le vicissitudini di due popoli che impararono un po’ a forza a convivere, nonostante le loro differenze. E un sogno, coltivato per oltre tre lunghi anni nella miseria e nella sofferenza: la pace.

Dalle officine e dalle botteghe dei “ciuaroi”, i chiodaioli di Ledro, ai piatti di livanze e gnocchi boemi serviti nei ristoranti della valle; dalle osterie ceche in cui furono ospitati inizialmente i profughi, alle testimonianze del curioso incontro tra le donne ledrensi e Lenin.

Abbiamo voluto usare un linguaggio fresco, semplice e diretto – chiariscono Stefano e Elisa – e un ritmo rapido, perché la storia, per essere gustata, deve rimanere intrigante, deve risvegliare la nostra curiosità. Anche oggi, a cent’anni di distanza”.

Un documentario dedicato a tutte le 115mila “vittime collaterali” della Grande Guerra. E ai profughi di oggi.

Il caso di Ledro non è unico. Il comune di Brentonico ad esempio ha ricostruito le vicende dei circa 3.500 tra profughi ed internati dell’altopiano di Brentonico. Grazie ad approfondite ricerche storiche finora sono stati riconosciuti 148 comuni (133 italiani, 12 austriaci, 3 cechi) che durante la Grande Guerra, per circa tre anni, diedero ospitalità e cura ai cittadini e anche ai soldati imperiali brentegani rientrati dalla guerra.  A Brentonico, nei pressi del municipio, c’è un Memoriale che, citandoli uno ad uno, ringrazia e rende onore a tutti i comuni che si offrirono di ospitare i concittadini trentini esuli dalla propria terra a causa del conflitto. Tra i 133 comuni italiani 9 erano bergamaschi. La particolare ed umanissima accoglienza ricevuta dalle genti di Brentonico nelle comunità bergamasche è ancora viva ed indelebile e per questo nel 2018 è stato sottoscritto un ‘Patto di Amicizia’ tra Brentonico e questi nove comuni bergamaschi.

Pubblicato da Daiana Boller

Daiana Boller (Trento, 1981) si è laureata in storia locale con una tesi sul principe vescovo di Trento Alessandro di Masovia (1423-1444) ed è autrice del libro "Welschtirol".

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