Augustus Frederick Sherman, impiegato presso gli uffici di controllo degli immigrati in arrivo, era sinceramente affascinato dall’ampio spettro di culture ed etnie che arrivavano in America in cerca di un futuro migliore. Augustus Sherman era uno degli impiegati che registravano i nomi e la nazionalità dei nuovi arrivati in grandi registri che venivano conservati proprio a Ellis Island. Sherman lavorò qui dal 1892 al 1925. La straordinarietà dei suoi ritratti venne notata da subito, tanto che il National Geographic li pubblicò già nel 1907. Copie incorniciate delle fotografie vennero esposte negli uffici del dipartimento immigrazione a New York e poi vennero depositate alla Biblioteca Pubblica di New York. Quando nel 1924 venne approvato l’Immigration Act, che prevedeva forti restrizioni al flusso migratorio e ne demandava il controllo alle ambasciate, i soli immigrati che passavano dall’ufficio di Sherman erano quelli le cui carte non erano in ordine, i rifugiati e i profughi di guerra.
Anche se era un fotografo dilettante e non un professionista, Sherman riuscì a scattare centinaia di fotografie che documentavano l’aspetto e gli abiti di persone provenienti da tutto il mondo. Circa cento anni dopo, molte di queste stesse fotografie sono state ricolorate e ci restituiscono i vividi colori di quel mondo e di quel periodo storico. Molti di questi ritratti ci restituiscono la diversità di fisionomie e di costumi che componevano l’Impero asburgico prima dello scoppio della prima guerra mondiale e quindi la varietà di culture con cui si confrontarono i venditori ambulanti prima e i soldati trentino-tirolesi poi. Le fotografie di questa collezione quindi mostrano anche gli abitanti dell’impero asburgico come non li avete mai visti.
Generalmente, i migranti che venivano accettati passavano da 2 a 5 ore sull’isola. All’arrivo venivano loro richieste 29 informazioni che includevano nome, occupazione e la quantità di denaro che portavano con loro. Era importante che i nuovi arrivati fossero in grado di sostentarsi e avessero abbastanza denaro per iniziare la loro nuova vita nella legalità. Secondo il governo questo significava possedere tra i 18 e i 25 dollari.
A circa il 2% dei richiedenti venne negato l’accesso negli USA per disturbi contagiosi cronici, un passato criminale o disturbi psichici. Alcuni lavoratori vennero respinti perchè privi di competenze, con la motivazione che erano considerati a rischio di diventare un peso per la società. Chi aveva evidenti problemi di salute veniva rimandato a casa o tenuto in osservazione negli ospedali dell’isola anche per lunghi periodi di tempo. Più di 3.000 migranti morirono in questi ospedali.
Ellis Island era conosciuta come “L’isola delle lacrime” o “L’isola dei cuori infranti” proprio a causa del 2% di viaggiatori che vennero rimandati indietro dopo il lungo, pericoloso e costoso viaggio transoceanico. La “Kissing Post” era una colonna in legno fuori dell’ufficio del registro, dove i nuovi arrivati venivano accolti da parenti e amici, generalmente con lacrime di gioia, baci e abbracci.
Queste immagini di migranti dei primi del ‘900 sono pubblicate in due volumi:
- Ellis Island: Portraits of Immigrants: The New York Public Library
- Augustus F. Sherman: Ellis Island Portraits 1905-1920
Un raro video del 1903 che ritrae i migranti in arrivo a Ellis Island:
Le foto originali provengono dalla pagina Flickr della New York Public Library, le foto colorate dal sito di Tom Marshall: PhotograFix e da quello di Sanna Dullaway: TIME LightBox.