Il 24 maggio 1915 sul fronte tirolese

Il 24 maggio 1915 sul fronte tirolese

23 maggio 2015 - il ricordo del fronte tirolese a Innsbruck con gli SchuetzenIl 23 maggio 1915 il Regno d’Italia dichiarava guerra all’Impero asburgico, aprendo così uno dei capitoli più drammatici della storia moderna.

Ad un secolo di distanza, si è tenuta ad Innsbruck la commemorazione pubblica della Grande Guerra, a cui hanno partecipato i tre presidenti dell’Euregio: Ugo Rossi (Trentino), Günther Platter (Tirolo) e Arno Kompatscher (Alto Adige/Südtirol). Ad un secolo di distanza, quindi, i tre territori – Trentino, Alto Adige/Südtirol e Tirolo, riuniti nell’Euregio – hanno ricordato insieme l’anniversario per ribadire l’impegno di oggi a costruire ponti verso la pace. La cerimonia di commemorazione si è tenuta ad Innsbruck nello scenario solenne della piazza del “Landestheater” di Innsbruck.

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Il programma ha visto la sfilata delle varie federazioni di Schützen e Kaiserjäger, e corpi militari storici, seguita dalla celebrazione religiosa, officiata dai vescovi diocesani di Bolzano-Bressanone, Ivo Muser, e di Innsbruck, Manfred Scheuer, e dal vicario Tomasi, in rappresentanza dell’arcivescovo di Trento, Luigi Bressan, “La guerra ha segnato con la morte e la povertà i nostri territori – ha ricordato Sua Eccellenza, il vescovo Scherer – ed è il monito per le future generazioni contro ogni forma di violenza e guerra”.

23 maggio 2015 - il ricordo del fronte tirolese a Innsbruck con gli SchuetzenNel pomeriggio c’è stato il grande incontro con i giovani ed i tre presidenti. “Oggi ricordiamo una sconfitta – ha esordito il governatore del Trentino – perché una guerra è una sconfitta per tutti. La Prima Guerra mondiale è stata una spaventosa tragedia per l’intera Europa. Lo è stata per il popolo trentino. Rispetto ad altri territori e comunità d’Europa risparmiati dai combattimento, il Trentino è stato teatro di guerra: 70.000 sono stati i trentini che hanno combattuto per l’Imperatore, un migliaio coloro che hanno scelto di combattere come volontari per l’Italia, 110.000 i profughi che hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni in direzione delle varie località dell’Impero e del Regno d’Italia. La Prima Guerra mondiale ha portato, oltre all’orrore della battaglia, a dittature ed a una successiva guerra. Ad un secolo di distanza, la storia è riuscita a superare i conflitti tra i nostri popoli e a costruire la pace. E’ questo – ha aggiunto il governatore, rivolgendosi ai giovani riuniti ad Innsbruck – il valore universale su cui voi dovete continuare a lavorare. Siete voi il ponte ideale verso un futuro libero da conflitti e tragedie”.

Dopo aver ricordato la tragicità degli eventi bellici in Trentino, il governatore del Trentino si è soffermato su presente e futuro: “Dobbiamo impegnarci affinché l’identità unisca i nostri territori, Trentino, Alto Adige/Südtirol e Tirolo. E’ proprio nell’identità comune che troviamo la matrice di pace che deve saldare il comune desiderio di convivenza e benessere”. Il rappresentante del Trentino ha indicato nell’Euregio il modello a cui fare riferimento: “Un apporto importante può essere dato dalla “lettura condivisa” della nostra storia, che non significa storia a senso unico, bensì una lettura della storia che accomuna senza estremizzare le diversità. Ma l’Euregio è molto di più perché, ad esempio, contiene importanti opportunità per il futuro. Ci sono temi o punti, per usare il tema della giornata di oggi, che possiamo affrontare solo congiuntamente, a partire da quelli relativi alle infrastrutture strategiche. Mi riferisco al tunnel del Brennero e ai ponti fisici dell’Autobrennero. Ma mi riferisco anche alla possibilità di sviluppare politiche congiunte per quanto riguarda altre “reti”: energia, dorsali in fibra ottica, Università e ricerca, e dell’internazionalizzazione dei nostri territori”.
23 maggio 2015 - il ricordo del fronte tirolese a Innsbruck con gli SchuetzenL’intervento trentino ha riservato un passaggio ai giovani e al trilinguismo: “Il nostro obiettivo è quello di preparare le nuove generazioni a esprimersi, a pensare, a lavorare in tre lingue: italiano, tedesco e inglese. Questo non può che favorire l’interscambio e la mobilità, in primo luogo proprio all’interno dello spazio euroregionale. Non è più pensabile considerare le nostre esigenze separatamente, dobbiamo imparare a ragionare su un mercato del lavoro comune, su un bacino comune dal quale attingere manodopera qualificata, tecnici, cervelli, a seconda delle esigenze che le nostre imprese, i nostri servizi, le nostre amministrazioni manifestano, indipendentemente dai confini provinciali”.
L’Euregio può essere visto come una porta comune verso l’Europa. “La consapevolezza di quello che è avvenuto cento anni fa e che emerge in questa commemorazione comune – questo il senso della posizione trentina – dovrebbe spingerci a ragionare di più sul valore rappresentato dall’Europa e dal suo ruolo politico, ad incominciare dall’Euregio. Dalla catastrofe è nata per i nostri territori un’opportunità a costruire nuovi ponti di pace. Il primo ponte è stato l’accordo De Gasperi – Gruber, seguito da altri ponti, come la nascita delle due autonomie e l’Euregio. Il tema dell’Autonomia è fondamentale ed è con questo che possiamo fare valere il nostro contributo in Europa e nel mondo: l’Autonomia speciale viene citata sempre più spesso come un esempio particolarmente felice di risoluzione pacifica e consensuale di conflitti legati ai confini e alla presenza di minoranze sul suolo nazionale. Alle nuove generazioni dico che spetta a loro costruire altre porte, altre opportunità, altri ponti verso il futuro, tenendo presente che i ponti più importanti sono i ponti di pace e fratellanza che costruiremo nelle nostre teste”.

La giornata si è conclusa con il concerto dell’Euregio, ad opera di musicisti del Tirolo, Alto Adige/Südtirol e Trentino.

Pubblicato da Daiana Boller

Daiana Boller (Trento, 1981) si è laureata in storia locale con una tesi sul principe vescovo di Trento Alessandro di Masovia (1423-1444) ed è autrice del libro "Welschtirol".

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