Le scritte dei pastori della val di Fiemme

Le scritte dei pastori della val di Fiemme

le scritte dei pastori della val di FiemmeLe scritte dei pastori della Val di Fiemme (1550-1950) saranno l’argomento dell’incontro con Giovanni Kezich e Marta Bazzanella, responsabili del progetto condotto dallo staff del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, mercoledì 7 dicembre, alle ore 20.30, presso la Sala civica di Mezzolombardo.

Questo appuntamento sul graffitismo rupestre rientra nella serie di incontri “Gli incontri del giovedì” organizzati dall’Associazione Castelli del Trentino.

Durante la serata verranno illustrati i risultati del progetto che ha impegnato per più di 10 anni lo staff del Museo guidato da Marta Bazzanella e che ha portato al rilievo di circa 30.000 scritte lasciate da tanti uomini che hanno frequentato il Monte Cornón per la pratica della pastorizia ovicaprina e della caccia, in un periodo di circa 400 anni, dalla metà del ‘500 alla metà del ‘900.

Sulle pendici del Monte Cornòn in valle di Fiemme, Trentino orientale, un massiccio calcareo situato a monte degli abitati di Tesero, Panchià, Ziano di Fiemme e Predazzo – sulla destra orografica della valle – che è stato oggetto nel più vicino passato di intenso sfruttamento nell’ambito di un’economia agrosilvopastorale, sono ancor oggi visibili migliaia di scritte che testimoniano il passaggio e l’attività pastorale in loco.

Si tratta di iniziali, sigle, date, nomi, conteggi del bestiame, figure di animali, messaggi di saluto… Frequentissima è l’iniziale del nome e cognome dell’autore, seguita dalle lettere FL (abbreviazione di: Fece l’Anno) e dall’indicazione dell’anno, sotto o a fianco di questo compaiono spesso il mese ed il giorno e il conteggio del bestiame portato al pascolo.

Inoltre le scritte possono essere racchiuse da cornici di varia foggia talvolta accompagnate da disegni e simboli, come simboli religiosi: cristogrammi e croci o da motivi floreali. Qua e là ricorrono anche delle figure di animali, sia domestici che selvatici, scene di caccia, ritratti, autoritratti, messaggi di saluto e annotazioni diaristiche.

Nelle scritte più antiche prevalgono le sigle del proprio nome e cognome, i segni di casa, i pittogrammi, i simboli sacri e i conteggi dei capi di bestiame. Nel secondo gruppo di scritte, quelle del tardo Ottocento e del Novecento, le sigle lasciano gradatamente il posto al nome e spesso al soprannome dell’autore scritto per esteso, spesso accompagnato dall’indicazione del comune di provenienza, a dimostrazione di una alfabetizzazione che si fa sempre più capillare. E compaiono anche dei messaggi che vogliono fissare un evento, il freddo, la gran fame, il pericolo scampato, assieme talvolta ad una breve annotazione diaristica con essenziali dati cronologici. Soprattutto nel Novecento, compaiono talvolta sparuti messaggi di natura più prettamente pubblica, che riflettono i grandi eventi politici del tempo.

La ricerca ha portato alla creazione di un sito internet dedicato: http://www.scrittedeipastori.it/, oltre all’allestimento di una mostra e alla pubblicazione di un volume, “APSAT 8. Le scritte dei pastori: etnoarcheologia della pastorizia in val di Fiemme” a cura di Marta Bazzanella e Giovanni Kezich.

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Pubblicato da Daiana Boller

Daiana Boller (Trento, 1981) si è laureata in storia locale con una tesi sul principe vescovo di Trento Alessandro di Masovia (1423-1444) ed è autrice del libro "Welschtirol".

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