Il museo Marmolada Grande Guerra

Il museo Marmolada Grande Guerra

"Marmolada Grande Guerra 3000 m", il museo più alto d'Europa, situato al centro della Zona Monumentale Sacra nella stazione di Serauta. Il museo, la cui origine risale al 1990, è stato completamente ristrutturato e rivisto: un percorso interattivo e multisensoriale di circa 300 metri quadrati suddiviso in 12 ambienti guida i visitatori nella quotidianità della guerra condotta in alta quota, fra le rocce, il ghiaccio, la neve e la fatica. Dagli ampi finestroni è inoltre possibile ammirare le postazioni di guerra italiane e austro-ungariche recentemente rese agibili. IL MUSEO MARMOLADA GRANDE GUERRA 3000 m
è il più alto museo d’Europa e si trova al centro della Zona Monumentale Sacra, a pochi passi dal ghiacciaio della Marmolada e dalle postazioni di guerra italiane e austro-ungariche, perfettamente agibili e visitabili durante il periodo estivo, dove migliaia di soldati si affrontarono in condizioni climatiche proibitive.
L’origine del museo risale al 9 giugno 1990, quando venne inaugurato per la prima volta, all’interno della stazione di arrivo della funivia a Serauta, su volontà del dr. Mario Bartoli e del dr. Bruno Vascellari, a cui ancora oggi è dedicato.
Nel 2015, in occasione della commemorazione del Centenario della Prima Guerra Mondiale, l’associazione “Museo della Grande Guerra in Marmolada Onlus” che gestisce il museo “Marmolada Grande Guerra 3000 m” grazie ad un comodato d’uso gratuito e ventennale concesso dalla società “Marmolada Srl”, ha deciso di ampliarlo e ristrutturarlo ex novo. ll costo dell’opera è di circa 1.400.000 € finanziato dalla società Marmolada srl, con un piccolo contributo della Regione Veneto.

Il visitatore viene guidato lungo un percorso multimediale e multisensoriale che parte dalla realtà d’inizio Novecento e prosegue nella quotidianità della guerra condotta in condizioni estreme tra rocce, neve, ghiaccio e temperature polari. Il filo conduttore di questo percorso è rappresentato da stralci di diario e lettere che descrivono il vissuto, l’interiorità e gli stati d’animo dei soldati.
La parte principale del museo è costituita dalla rivisitazione di una trincea e da un tunnel espositivo che mette l’accento sulle diverse realtà della guerra: la vita nelle baracche, gli aspetti sanitari, il duro lavoro e la lotta contro le forze della natura.
L’allestimento, curato dall’architetto Claudine Holstein di G22 Projects Srl con i grafici della Gruppe GUT, è innovativo e fa uso di moderne tecnologie per consentire al visitatore di immedesimarsi realmente nelle condizioni climatiche d’alta quota (da non perdere gli apparecchi che simulano il freddo patito dai soldati e la difficoltà a respirare ad una altitudine superiore a 3000 metri). Il risultato è un museo di grande impatto che coinvolge e invita alla riflessione alternando vetrine tematiche a numerose fotografie, reperti, contenuti multimediali. Il museo si sviluppa su un’area di 300 mq al secondo piano della stazione di arrivo della funivia a Serauta.

"Marmolada Grande Guerra 3000 m", il museo più alto d'Europa, situato al centro della Zona Monumentale Sacra nella stazione di Serauta. Il museo, la cui origine risale al 1990, è stato completamente ristrutturato e rivisto: un percorso interattivo e multisensoriale di circa 300 metri quadrati suddiviso in 12 ambienti guida i visitatori nella quotidianità della guerra condotta in alta quota, fra le rocce, il ghiaccio, la neve e la fatica. Dagli ampi finestroni è inoltre possibile ammirare le postazioni di guerra italiane e austro-ungariche recentemente rese agibili.Allo scoppio del conflitto italo-austriaco la Marmolada assunse importanza per il mantenimento della linea difensiva austriaca: se avessero conquistato il massiccio gli italiani sarebbero potuti avanzare attraverso le valli di Fassa e Badia. Durante il primo anno di guerra non vi furono operazioni belliche di rilievo. Nell’aprile del 1916 l’esercito italiano occupò Piz Seràuta e l’omonima forcella. Gli austriaci ripiegarono presso la vicina Forcella a Vu che difesero tenacemente, realizzando un enorme sistema sotterraneo di camminamenti (12 km circa) scavati nel ghiacciaio per garantire i rifornimenti ai propri avamposti, altrimenti costantemente presi di mira dagli italiani.
La “città di ghiaccio”, inventata dall’ingegner Leo Handl, permise sia il mantenimento delle posizioni che la sopravvivenza alle difficili condizioni ambientali della montagna.
Gli italiani poterono conquistare Forcella a Vu soltanto il 21 settembre 1917, dopo lo scavo di una galleria per mina che intercettò una caverna austriaca sulla spalla orientale della Forcella, ma non riuscirono ad andare oltre. Poco più di un mese dopo, il 4 novembre 1917, essi dovettero ritirarsi dal massiccio e dalle vette delle Dolomiti e del Lagorai, causa lo sfondamento delle truppe austro-tedesche a Caporetto, che dalle Dolomiti spostò il fronte sulla linea monte Grappa – Piave.

Sulla Marmolada l’esercito austro-ungarico realizzò un’opera unica nel suo genere: la Città di Ghiaccio. Un complesso labirinto di gallerie scavate nel cuore del ghiacciaio, dentro profondi crepacci, che metteva in collegamento le basi logistiche ai piedi del monte, sul versante trentino, con le posizioni più elevate di Punta Rocca (3265 m) e Forcella V. Il cuore del sistema sotterraneo si trovava presso il Sasso delle Dodici. Qui era stata creata una cittadella che comprendeva dormitori, infermeria, latrine, depositi, ricoveri, osservatori e perfino una cappella, l’Eisdom, dove padre Matschik celebrava la messa. La sistemazione sotto la superficie del ghiacciaio portava diversi vantaggi, tra cui la possibilità di spostarsi al riparo dalla vista e dai colpi del nemico, la protezione dalle valanghe e dalle basse temperature esterne. L’idea della costruzione di una città nel ghiaccio fu del tenente Leo Handl, ingegnere di Innsbruck: durante la realizzazione dell’opera egli compì studi approfonditi di glaciologia, nivologia e tecniche di costruzione sul ghiaccio, mai eseguiti prima e illustrati in diversi articoli che l’ufficiale pubblicò sia durante che dopo la guerra. La Città di Ghiaccio resistette per alcuni anni, poi venne distrutta dai movimenti del ghiacciaio. Di essa rimane una cospicua documentazione fotografica.

La Zona Monumentale Sacra di Punta Serauta è affidata alla tutela del Commissariato Generale Onoranze Caduti in Guerra (Min. Difesa) per ricordare e onorare gli uomini che combatterono sulla Marmolada durante la Prima guerra mondiale. I soldati Italiani, occupata Forcella Serauta il 30 aprile 1916, costruirono sul massiccio roccioso di Punta Serauta un vero e proprio fortilizio, formato da numerose grotte collegate da facili camminamenti in roccia. Qui vissero fino a novembre 1917 in una estenuante guerra di posizione contro lo sbarramento austriaco Forcella V – Sasso delle Undici.

Pubblicato da Daiana Boller

Daiana Boller (Trento, 1981) si è laureata in storia locale con una tesi sul principe vescovo di Trento Alessandro di Masovia (1423-1444) ed è autrice del libro "Welschtirol".

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.