La riscoperta delle Dolomiti – mostra

La riscoperta delle Dolomiti – mostra

Inaugurata a Palazzo Saracini-Cresseri-Pedrotti, nella Casa della SAT, la mostra è allestita in uno spazio, aperto al pubblico per la prima volta, al piano terra del palazzo. La mostra rimarrà aperta fino al 12 giugno con il seguente orario: dal lunedì al venerdì dalle ore 15.00 alle ore 19.00 (solo durante il periodo del TrentoFilmFestival, dunque fino al 10 maggio aperto anche al mattino dalle 10.00 alle 12.00).Il percorso espositivo “La riscoperta delle Dolomiti” inizia 215 milioni di anni fa con la formazione delle rocce che diventeranno poi palestra dei migliori alpinisti al mondo e prosegue con un viaggio fra libri, oggetti e attrezzature alpinistiche fino alla costruzione della Dolomitenstrasse (1909), la pubblicazione della prima raccolta delle “Dolomitesagen” di Karl Felix Wolff (1913) e lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, che segnerà la fine dell’idillio tra uomo e montagna. Le Dolomiti diventeranno luogo di battaglia, ma anche terreno di prova per nuove opere ingegneristiche: ardite strade, collegamenti a fune, scavi in galleria e mine.

Fra le curiosità e novità anche il primo chiodo utilizzato in Dolomiti e probabilmente nelle Alpi: lo usarono il 22 luglio 1882 Alberto de Falkner e Edward Theodor Compton con le guide Matteo Nicolussi e Antonio Dallagiacoma, durante la salita del versante sud di Cima Brenta.

Ampio lo sguardo della mostrache illustra anche attraverso libri antichi i primi viaggi in Dolomiti. Dallo scavatore di Stonehenge Sir Richard Colt Hoare che per primo userà il toponimo Dolomiti, inventato da Saussure, per indicare i monti del Tirolo, a Louise Stuart Costello, una delle prime viaggiatrici-scrittrici, che nel 1846 cita le “Dolomite mountains“. Josiah Gilbert e George C. Churchill contribuiscono in maniera decisiva a diffondere il nome Dolomiti nel mondo con il loro “The Dolomite Mountains“, un diario di viaggio nelle vallate dolomitiche scritto nel 1864. E poi i grandi alpinisti, nomi conosciuti in tutto il mondo: da John Ball a Douglas William Freshfield, da Francis Fox Tuckett a Paul Grohmann. Dal 1857 in poi, nell’arco di pochi decenni, si sviluppa l”alpinismo in Dolomiti, e l’unico alpinista locale di una certa importanza è Giuseppe Loss di Caoria che sale, per primo (1865), la Cima Tosa in Brenta. Negli stessi decenni si fondano i primi club europei, così la SAT. Ottone Brentari, realizzerà la prima guida del Trentino, siamo nel 1895.

Una mostra che ci trasporta nel periodo pionieristico del turismo montano e nel suo trionfo durante la Belle Epoque, tristemente interrotta dal primo conflitto mondiale.

Ad attendere il visitatore una grande libreria, con circa 400 volumi per approfondire i vari temi o, semplicemente, per sfogliare e curiosare tra le novità librarie. Una novità è anche la recente creazione di una collezione “Dolomiti patrimonio UNESCO” sul Catalogo Bibliografico Trentino: chiunque può individuare centinaia di libri dedicati a questo fantastico mondo di straordinaria bellezza paesaggistica, di eccezionale valore geologico, di leggende e fascino senza pari al mondo.

Inaugurata a Palazzo Saracini-Cresseri-Pedrotti, nella Casa della SAT, la mostra è allestita in uno spazio, aperto al pubblico per la prima volta, al piano terra del palazzo. La mostra rimarrà aperta fino al 12 giugno con il seguente orario: dal lunedì al venerdì dalle ore 15.00 alle ore 19.00 (solo durante il periodo del TrentoFilmFestival, dunque fino al 10 maggio aperto anche al mattino dalle 10.00 alle 12.00).

Pubblicato da Daiana Boller

Daiana Boller (Trento, 1981) si è laureata in storia locale con una tesi sul principe vescovo di Trento Alessandro di Masovia (1423-1444) ed è autrice del libro "Welschtirol".

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