San Sebastiano, patrono degli Schützen

San Sebastiano, patrono degli Schützen

San Sebastiano, patrono degli SchützenIl 20 gennaio (il 18 nelle chiese orientali) si ricorda San Sebastiano martire, morto nel 288 d.C.
Alto ufficiale dell’esercito romano, martirizzato tramite il lancio di numerose frecce, è venerato come santo patrono della polizia locale e degli arcieri. E’ quindi riconosciuto come patrono anche dalle Compagnie degli Schützen/Tiratori al Bersaglio e come tale viene ricordato in diverse località della Provincia di Trento il giorno stesso o la domenica più vicina. La compagnia di Vezzano in particolare celebra la ricorrenza dal 1997.

Com’è noto gli Schützen (o bersaglieri tirolesi, cacciatori tirolesi, scizzeri o sizzeri) erano una milizia volontaria adibita alla difesa territoriale, che con diverse forme ha operato nell’area del Tirolo storico dal medioevo 1511 al 1918.
Oggigiorno vi sono varie associazioni che si ispirano alla tradizione degli antichi Schützen, mantenendone il nome. Da un punto di vista giuridico gli Schützen contemporanei sono associazioni di volontariato, ovviamente prive di compiti di difesa territoriale o di un profilo militare o paramilitare. Le compagnie hanno invece carattere rievocativo e di rappresentanza presso cerimonie e feste, promuovono attività di recupero di luoghi di importanza storico-culturale e religiosa, o si fanno carico di attività a scopo benefico.

Per approfondire:
Nel novembre 2001 l’associazione Europea degli “Historischer Schützen” cioè dei tiratori storici ha incontrato Papa Giovanni Paolo II, che li ha accolti con queste parole:

23 maggio 2015 - il ricordo del fronte tirolese a Innsbruck con gli Schuetzen“Cari Fratelli e Sorelle, con piacere vi porgo il benvenuto nel Palazzo Apostolico, e sono lieto che questo incontro si sia potuto realizzare. Come rappresentanti dell’Associazione Europea degli “Historischer Schützen” siete venuti in pellegrinaggio a Roma per visitare le tombe dei principi degli apostoli e per attingere dall’esperienza della fede comune la forza per il cammino verso il futuro. Chi vuole entrare nel futuro in modo sensato deve conoscere l’eredità del passato. Chi desidera, oggi, collaborare alla costruzione di un mondo giusto e pacifico, deve essere consapevole di quale sia la sua patria. Soprattutto per voi, quali membri di questa associazione di tiratori, la patria rappresenta un bene prezioso. Mentre in origine le vostre associazioni si sono dedicate alla protezione della patria come spazio vitale territoriale, oggi sono importanti i valori e le tradizioni ad essa collegate, che occorre conservare. Infine, la patria mostra la pienezza del suo significato se si supera la sfera terrena e si ricordano le parole che San Paolo ha rivolto ai Filippesi: “La nostra patria invece è nei cieli” (Fil 3, 20).

Cari Fratelli e Sorelle! Guardo a voi, che vi impegnate a conservare nei vostri Paesi il grande bene della patria nel suo significato completo e a trasmetterne le preziose tradizioni alle generazioni future, con riconoscenza e stima. Al vostro pellegrinaggio verrebbe a mancare qualcosa se non prevedesse anche una visita alla tomba di san Sebastiano! Infatti siete legati in modo particolare a questo martire, poiché lo avete eletto come vostro patrono. San Sebastiano può anche servirvi da modello per la vostra testimonianza cristiana. Oggi questa testimonianza è più che mai richiesta. Infatti, un numero sempre più grande di nostri contemporanei vive come se Dio non esistesse. La fede cristiana, però, non si diffonde con la forza delle armi, bensì con la testimonianza di vita. Servono uomini e donne che nelle loro attività quotidiane non si stanchino di interrogare con attenzione i segni dei tempi e di trasmettere il Vangelo senza paura. Proprio a voi tiratori desidero ribadire: chi vuole far centro come cristiano, deve prima farsi colpire da colui al quale deve il suo nome, ossia Gesù Cristo. San Sebastiano era stato colpito da Cristo; per quanto potessero essere appuntite le frecce che colpirono il suo corpo, esse non scalfirono la sua anima. San Sebastiano, infatti, era preparato a una testimonianza che avrebbe pagato col sangue. Aveva osservato ciò che la Lettera agli Efesini consiglia ai cristiani: “Cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio” (Ef 6, 14-17).

Cari Fratelli e Sorelle! Quando vi recate alle gare e alle feste dei tiratori, ricordate: la vera gara è la vita. Qui, come cristiani, non potete arrivare in ritardo! E quando premiate i vostri “re tiratori”, siate consapevoli che il vostro vero re è Cristo, Signore dell’Universo. Con l’auspicio che vi lasciate coinvolgere da Cristo, vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica.”

"La storia va alla guerra. Storiografi dell’area trentino-tirolese tra polemiche nazionali e primo conflitto mondiale" è il titolo di un convegno di Studi che si terrà tra il 20 e il 21 ottobre 2016 presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Trento.Il Papa ha rivolto in quell’occasione un saluto particolare alla Confraternita dei Tiratori Storici dalla Polonia:

“Sono lieto di potervi accogliere in Vaticano. La vostra presenza mi ricorda vivamente tutte le solennità ecclesiali a Cracovia – la processione a Skalka, la processione per il Corpus Domini e tante altre – in cui mai è mancata la presenza della Confraternita dei Tiratori. Come Vescovo di Cracovia sono stato legato alla vostra Confraternita e ho sempre avuto sentimenti di profondo rispetto per la vostra plurisecolare tradizione, nonché per il vostro attivo impegno nella vita sociale, culturale e religiosa degli ambienti locali, senza riguardo per la situazione politica nel Paese. Conservate questa buona tradizione. Non si spenga nei vostri cuori la cavalleresca prontezza alla difesa dei più bisognosi ed a portare loro un aiuto nello spirito della misericordia cristiana.”

Sempre al 2001 data quest’omelia di mons. Lorenzo Dalponte, composta per la celebrazione di San Sebastiano organizzata dalla SK di Mezzocorona:

“A questo punto mi permetto di esprimere un saluto cordialissimo agli Schützen qui presenti fra noi nel ricordo del loro Santo patrono Sebastiano, la cui festa liturgica si celebra il 20 gennaio.
Nel fare memoria di questo Santo che decine di Schützenkompanien, al di qua ed al di là delle Alpi hanno scelto come loro Protettore, non meditiamo su una verità o su un miracolo del Vangelo, ma parliamo di un giovane ufficiale della guardia pretoriana, vissuto a Roma nel quarto secolo sotto l’imperatore Diocleziano e martirizzato per aver testimoniato la sua fede cristiana.
Sebastiano è un eroico giovane martire, cioè un testimone coraggioso della fede. Martire è colui che avverte il pericolo, sente arrivare la bufera, non teme di morire, non fugge ma resta al suo posto per il bene dei suoi fratelli. Perché? Anche i persecutori più feroci muoiono, muoiono anche i boia. Nella loro prepotenza questi sembrano vincere, distruggono, uccidono, tengono in mano un martello micidiale, i cui colpi portano morte. I martiri sono impotenti davanti a loro, sono come l’incudine, ma questa è più resistente del martello che battendo si spezzerà nelle mani del persecutore.
I veri eroi sono i Martiri! Lo sanno i credenti, che li scelgono a modello, e diventano i nostri benefattori, i mediatori di grazie, perché tali li rende l’Onnipotente Iddio.
Cari Schützen! Nei vostri Statuti promettete fedeltà a Dio, alla famiglia, alla vostra terra. Oggi siete qui per chiedere a San Sebastiano un aiuto per essere i tenaci e valorosi costruttori del Regno di Cristo nel mondo.
I nostri vecchi lo hanno venerato e invocato nei tristi periodi delle epidemie e quando imperversava la peste, lo hanno pregato nei momenti del pericolo e lo invocavano fra le fatiche ed i disagi gli spaccapietre ed i conciatori di pelli. Nel Trentino a San Sebastiano sono dedicate quindici chiese e trenta cappelle.
Cari Schützen, nelle nostre difficoltà, invochiamo spesso anche noi Sebastiano. Lo scrittore polacco Sienkiewicz, nel romanzo Quovadis ne ha fatto il coraggioso difensore della Chiesa romana. Sia anche il nostro difensore.
Chiediamo al Cielo che non ci manchi mai una casa, un lavoro, un pane. Se fossimo obbligati a vivere senza Dio, senza una casa, senza una patria ci troveremo in una situazione da disperati.
Preghiamo, affinché con l’intercessione di San Sebastiano ciò non avvenga mai. Auguro a tutti voi e ai fedeli qui presenti “Pace, bene e salute”. Amen.”

Credits: Giorgio Corradi e Fabrizio Ciresa per l’omelia di Dalponte.

Pubblicato da Daiana Boller

Daiana Boller (Trento, 1981) si è laureata in storia locale con una tesi sul principe vescovo di Trento Alessandro di Masovia (1423-1444) ed è autrice del libro "Welschtirol".

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