Questo Trentino è stato messo a paragone con l’immagine disperatamente mistificata e inutilmente consolatoria che di esso, nella sconfinata Galizia, si fecero i soldati trentini. Le parole dei loro diari, delle loro scritture, divengono fotografie artefatte di un’età dell’oro, di un mondo perduto che sarà anche il “mondo di ieri” percepito come tale dall’intellettualità europea.
Un viaggio per oggetti, immagini e giornali nell’anima ferita di un popolo.
Guarda il video di presentazione.
Parte 1: Il Trentino alla vigilia della guerra: i campi e la città, il lavoro e il divertimento, la cultura e la lotta politica, lo sport e la musica, la povertà e l’emigrazione. Oggetti – immagini – giornali.
Parte 2: La discesa agli inferi: la dichiarazione di guerra, la mobilitazione, i treni per la Galizia.
Parte 3. Il Trentino ricreato: colori, ricordi e nostalgia nel grigiore e nella violenza del fronte.
L’architetto Fabio Bartolini, primo curatore della mostra, ha scelto molte “curiosità” che hanno concorso a dare un’idea plastica di quel lunedì 27 luglio 2014 e dei giorni precedenti. Uno splendido bozzetto di Fortunato Depero, ad esempio, vergato dal maestro sul libro di vetta del monte Altissimo. Oppure fascicolo, colletto strappato e occhiali spezzati dell’attivista politico con cui s’era azzuffato Cesare Battisti nella foga di una contesa polemica. Ancora: una bicicletta utilizzata da un cicloamatore per competizioni che proprio poco prima dello scoppio della guerra si disputavano regolarmente e serenamente.
Sito della Società: http://www.studitrentini.it/