La riscoperta delle Dolomiti – mostra

Il percorso espositivo “La riscoperta delle Dolomiti” inizia 215 milioni di anni fa con la formazione delle rocce che diventeranno poi palestra dei migliori alpinisti al mondo e prosegue con un viaggio fra libri, oggetti e attrezzature alpinistiche fino alla costruzione della Dolomitenstrasse (1909), la pubblicazione della prima raccolta delle “Dolomitesagen” di Karl Felix Wolff (1913) e lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, che segnerà la fine dell’idillio tra uomo e montagna. Le Dolomiti diventeranno luogo di battaglia, ma anche terreno di prova per nuove opere ingegneristiche: ardite strade, collegamenti a fune, scavi in galleria e mine.

Fra le curiosità e novità anche il primo chiodo utilizzato in Dolomiti e probabilmente nelle Alpi: lo usarono il 22 luglio 1882 Alberto de Falkner e Edward Theodor Compton con le guide Matteo Nicolussi e Antonio Dallagiacoma, durante la salita del versante sud di Cima Brenta.

Ampio lo sguardo della mostrache illustra anche attraverso libri antichi i primi viaggi in Dolomiti. Dallo scavatore di Stonehenge Sir Richard Colt Hoare che per primo userà il toponimo Dolomiti, inventato da Saussure, per indicare i monti del Tirolo, a Louise Stuart Costello, una delle prime viaggiatrici-scrittrici, che nel 1846 cita le “Dolomite mountains“. Josiah Gilbert e George C. Churchill contribuiscono in maniera decisiva a diffondere il nome Dolomiti nel mondo con il loro “The Dolomite Mountains“, un diario di viaggio nelle vallate dolomitiche scritto nel 1864. E poi i grandi alpinisti, nomi conosciuti in tutto il mondo: da John Ball a Douglas William Freshfield, da Francis Fox Tuckett a Paul Grohmann. Dal 1857 in poi, nell’arco di pochi decenni, si sviluppa l”alpinismo in Dolomiti, e l’unico alpinista locale di una certa importanza è Giuseppe Loss di Caoria che sale, per primo (1865), la Cima Tosa in Brenta. Negli stessi decenni si fondano i primi club europei, così la SAT. Ottone Brentari, realizzerà la prima guida del Trentino, siamo nel 1895.

Una mostra che ci trasporta nel periodo pionieristico del turismo montano e nel suo trionfo durante la Belle Epoque, tristemente interrotta dal primo conflitto mondiale.

Ad attendere il visitatore una grande libreria, con circa 400 volumi per approfondire i vari temi o, semplicemente, per sfogliare e curiosare tra le novità librarie. Una novità è anche la recente creazione di una collezione “Dolomiti patrimonio UNESCO” sul Catalogo Bibliografico Trentino: chiunque può individuare centinaia di libri dedicati a questo fantastico mondo di straordinaria bellezza paesaggistica, di eccezionale valore geologico, di leggende e fascino senza pari al mondo.

Inaugurata a Palazzo Saracini-Cresseri-Pedrotti, nella Casa della SAT, la mostra è allestita in uno spazio, aperto al pubblico per la prima volta, al piano terra del palazzo. La mostra rimarrà aperta fino al 12 giugno con il seguente orario: dal lunedì al venerdì dalle ore 15.00 alle ore 19.00 (solo durante il periodo del TrentoFilmFestival, dunque fino al 10 maggio aperto anche al mattino dalle 10.00 alle 12.00).