Sopra le righe. Per una storia del libro dal Medioevo a oggi è un corso che ti permetterà di osservare da vicino antichi codici miniati, incunaboli, manoscritti e volumi curiosi e insoliti.
“Ogni volta che propongo un incontro o una serie di incontri sulla conoscenza del patrimonio librario e documentario della città di Trento – spiega Adriana Paolini, docente di Codicologia presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento – avverto sempre molto forti e molto motivati – e da questo mi sento stimolata – il desiderio, la curiosità e l’urgenza di conoscenza che i cittadini mostrano di avere nei confronti del patrimonio culturale del proprio territorio, la cui condivisione avviene meno spesso di quanto si vorrebbe e si potrebbe.”
Da tempo il Museo Diocesano apre le proprie sale agli appassionati della storia del libro, ma per il 2016 la proposta è ancora più ricca e interessante grazie alla collaborazione con la Biblioteca Diocesana e con l’Archivio Diocesano. L’articolazione del percorso sulle tre sedi permetterà di conoscere un’ulteriore parte del patrimonio librario della città di Trento e dimostrerà come la diversa ‘natura’ degli enti ospitanti, sempre e giustamente sottolineata, quando viene messa a servizio di un obiettivo comune, non può che portare all’arricchimento della comunità.
L’occasione offerta dalle preziosità dei codici del Museo e dalla ricchezza dei fondi della Biblioteca e dell’Archivio induce a proporre un cammino che permetterà, tappa per tappa, di sfogliare antichi codici liturgici nonché i pratici strumenti di lavoro dei canonici del Quattrocento, fino ai primi libri a stampa, gli incunaboli, per arrivare ai libri dei nostri tempi, dopo aver scoperto e osservato dal vivo i mutamenti degli oggetti, delle dimensioni, dei colori, dei contenuti, così come i cambiamenti vissuti dai lettori che li hanno avuti e li hanno per le mani.
“Dopo molti anni di studio e di lavoro di didattica e di divulgazione, – continua Adriana Paolini – sono arrivata alla consapevolezza che il momento della condivisione è assai prezioso, per tutti: non è importante ricordare la data del primo libro a stampa, non è imparare a memoria come si preparasse la pergamena o come si allestisse un libro a stampa. Importante è capire il perché dei cambiamenti, in questo caso, delle forme dei libri, dei canoni di scrittura, di uso dei testi, perché rispecchiano la ricerca che l’uomo ha fatto e fa tuttora del modo più efficace per far circolare le sue idee. Sono i cambiamenti che seguono le esigenze di un’umanità che con la parola scritta vuole imparare, vuole partecipare alla vita sociale e vuole anche esercitare un potere: nel Medioevo, così come adesso”.
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